
L’economia dell’Eurozona soffre di un rallentamento della fase economica che si protrae da tempo. Le politiche economiche e monetarie, così come attualmente strutturate, sembrano non sortire gli effetti desiderati, per un incremento dei livelli produttivi verso traguardi di maggiore congruità per tutti i Paesi aderenti. Da parte dei Governi si insiste nel voler imputare l’origine della situazione alla rilevante consistenza del debito, e connesso deficit, di alcune nazioni, con i conseguenti squilibri in termini di flussi di “merce-capitale-lavoro” e dei livelli occupazionali e salariali. Ma parte della letteratura insiste nell’opinione che la sola politica monetaria, nei fatti, non si mostra capace di ricondurre ad equilibrio le sorti dello sviluppo economico. Nel presente lavoro abbiamo voluto offrire un contributo all’analisi teorica, indagando le dinamiche delle principali quantità monetarie ed economiche in rapporto al contenuto delle azioni della BCE a fini di controllo degli aggregati di credito e moneta e del rilancio dell’economia. Le principali conclusioni sottolineano la necessità di un affiancamento delle politiche monetarie con adeguate azioni economiche e fiscali (di bilancio), per la prevalenza in alcune circostanze di contesto dei fattori “reali”.
PAROLE CHIAVE: TASSI E LIQUIDITA’, DOMANDA DI CAPITALI, CONSUMI ED INVESTIMENTI, SVILUPPO, INFLAZIONE, DEFLAZIONE