ABSTRACT
Le conquiste e la considerazione sociale che le donne occidentali si sono guadagnate nei secoli sono una lontana chimera per quelle che sono recluse in culture e usanze ataviche spesso molto restrittive in termini di diritti e dignità.
In questo lavoro si evidenzia specificatamente la drammatica vicenda delle Trokosi, le bambine che in alcune zone dell’Africa occidentale vengono cedute a dei templi votati a delle divinità religiose locali, pregiudicando in maniera irreversibile il loro percorso di vita.
Giovani ragazze vengono offerte in sacrificio ad un santuario dopo un raccolto distrutto, una moria degli animali, un periodo di sfortuna, una malattia grave, una serie di morti in un clan o in forma preventiva rispetto ad eventi che in un futuro più o meno prossimo possa danneggiare la comunità o il clan o la famiglia, espiando il peccato e liberando quindi anche le loro famiglie dagli obblighi della pena.
Il sistema Trokosi si caratterizza per i gravissimi abusi che genera e, Nazioni Unite ed altre organizzazioni umanitarie, di concerto con i governi in cui il sistema è più radicato, si stanno adoperando, rispettando e mediando sulle evidenti diversità culturali, affinché questa tradizione odiosa e criminale, inizi a ridimensionarsi fino ad estinguersi definitivamente.
Si ritiene prezioso poter pubblicare questo lavoro sulla rivista che è anche strumento di comunicazione dell’OIDE (www.oide-gouv.org), proprio perché’ lo spirito che ha animato la ricerca stessa, sposa integralmente le alte finalità che hanno permesso di dare alla luce questa Organizzazione internazionale che nella sua Mission include con forza l’affrancamento da ogni forma di schiavitù sia essa culturale, economica e sociale, nel tentativo di assicurare a uomini e donne una vita piena e libera in cui realizzare le proprie aspirazioni e la propria individualità.
PAROLE CHIAVE
Trokosi, spose bambine, schiavitù, donna, diritti umani, CHRAJ, Ghana, Western Africa, superstizioni religiose