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EDITORIALE del 13 aprile 2022

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EDITORIALE del 13 aprile 2022

In questo numero, The Global Review, presenta le seguenti tre proposte
Prof. Luigi Copertino
Prof. Mario Aurelio Di Gregorio
Dr Bruno Chastonay

Alle Radici Sovraeconomiche della Produzione e della Redistribuzione della Ricchezza”. (II parte)
LUIGI COPERTINO presenta la seconda parte dell’analisi sulla soluzione “distributista”, dopo aver trattato l’approccio agli aspetti etico-morali dell’agire economico delle scuole di pensiero Classica e Marginalista.

La riflessione spazia dalla teoria “offertista” di Jean-Baptiste Say all’analisi keynesiana (J.M.Keynes), assai successiva:
– La prima costruisce il proprio paradigma economico esclusivamente dal punto di vista dell’offerta, il sistema della produzione, trascurando nei fatti la prospettiva della domanda e quindi le esigenze di consumo delle masse, trovando in questo un elemento comune alle scuole economiche di stampo “liberista” e che si è rivelato capace di condurre unicamente al “fallimento” dei mercati;

– La seconda invece postula un moderno concetto, vale a dire: l’offerta non genera necessariamente la domanda (il livello dei consumi), con la conseguenza che un insufficiente dimensionamento della spesa complessiva delle masse è la principale causa delle ricorrenti crisi economiche, è ciò sino alla recessione.

Keynes ha tratteggiato il ruolo della moneta nel processo di produzione e consumo, mettendo in evidenza il fenomeno della “tesaurizzazione”, cioè che il detentore del reddito in forma monetaria, in ragione del salario ricevuto, può essere motivato a rinunciare all’utilizzo immediato dello stesso rinviando al futuro il consumo (gli acquisti) e ponendo in essere una flessione della domanda complessiva, con inevitabili effetti negativi sul livello delle produzioni.

Da ciò deriva che un insufficiente livello salariale, a seguito di una ineguale distribuzione del reddito prodotto può divenire una delle principali cause delle ricorrenti crisi economiche.

Ad avvalorare ulteriormente questa prospettiva Copertino ricorda che negli stessi anni della diffusione della teoria keynesiana, la dottrina sociale della Chiesa pose come elemento fondante il sistema economico delle Nazioni, la “centralità” della domanda, ovvero la spesa per consumi delle masse (Papa Pio XI, enciclica “Quadragesimo Anno”, 1931).

“Il Verme che voleva diventare Professore”
MARIO AURELIO DI GREGORIO, Professore Ordinario di Storia della Scienza presso l’Università de L’Aquila, è nato a Milano 71 anni fa, e purtroppo è scomparso da qualche giorno, il 2 Aprile 2022, nella cittadina che aveva scelto da diversi anni come ‘dimensione dell’ esistenza’ per sé e per i suoi amatissimi gatti, Willy e Mina, il piccolo comune di Tornimparte in provincia de L’Aquila.

Sconfinato il suo curriculum di intellettuale, raro, prezioso. Iniziò a formarsi nell’Università di Milano, per poi perfezionarsi allo University College di Londra, insegnando in moltissime Università di assoluto prestigio, da Milano a Cambridge, a Cape Town in Sudafrica, ed in Ohio. Era particolarmente fiero della sua continuativa collaborazione che oramai da oltre un decennio lo vedeva in qualità di Visiting Professor titolare anche di una Cattedra al Departement of Historical Studies dell’Università di Cape Town.

Ricordo con particolare intensità l’ultima telefonata che ci facemmo in dicembre, dove gli presentai il progetto della Global Review e dello stesso OIDE, invitandolo a collaborare sia con la Rivista che attraverso delle progettualità tutte da costruire, sapendo quanto si sarebbe rivelato oltre che intelligenza preziosa, anche uomo di una qualità eccezionale.

Non mi sbagliai nel fargli queste proposte, ed infatti la telefonata durò oltre quattro ore, durante le quali come un fiume in piena iniziò a disegnare prospettive e approcci che avrebbero meritato di essere tutti sviluppati. Ci salutammo con la promessa di un suo primo articolo che mi avrebbe fatto avere al suo rientro dal trimestre africano.

Purtroppo qualche giorno fa ho scoperto improvvisamente che non c’eri più. Mi restano alcune mail attraverso cui periodicamente mi informavi che al tuo rientro avremmo affrontato dei temi che sentivi urgenti per l’Africa, che conoscevi al punto di sentirti un privilegiato per essere stato accolto come un fratello in quel continente.

Però il tempo non è bastato a sviluppare i mille scenari che avevi disegnato in quelle ore trascorse al telefono, mentre io ero a Milano e tu a Tornimparte, e tra una prospettiva filosofica e la comparazione di alcuni pensatori dei primi dell’ottocento, mi chiedevi se alla Maggiolina ci fosse ancora quel ristorantino tanto particolare dove la cotoletta era assolutamente speciale.

È veramente poca cosa, anzi è niente rispetto a quanto avresti potuto regalare a The Global Review, ma mi è parso necessario ospitare un tuo articolo proprio per l’entusiasmo con cui avevi accolto la Rivista. L’ho scelto tra i diversi che avevo a disposizione, e credo che forse questo, più di altri, riesce a disegnarti coerentemente.

La tua empatia sviluppatissima, accompagnata ad una conoscenza di qualità, praticamente sterminata, hanno fatto di te un punto di riferimento per i moltissimi studenti che ti hanno conosciuto. Ne citerò una sola tra i tantissimi, Laura a cui devo profonda riconoscenza per avermi permesso di conoscerti.

Ricordo anche la frase che eri solito ripetere e che probabilmente meglio di tutto riesce a dipingerti del colore che ti contraddistingue tra moltissimi:

“Studiamo la filosofia per imparare a vivere felici”.

Dopo qualche ora da che te ne sei andato, anche Willy ha scelto di raggiungerti, e sono certo che già adesso siete insieme.

Forse con voi due ci sarà anche Ernst Haeckel ed insieme mi piace immaginarti alle prese con lui come hai fatto con me, con l’entusiasmo dello spirito libero ed intelligente che amava la vita, la filosofia e la scienza attraverso le fusa dei suoi gatti.

A noi resta questo tuo prezioso studio su di lui, che muove dalla Metamorfosi di Kafka, per concludersi con il Faust di Goethe.
Ciao Mario!

 La libertà non è gratuita“.
BRUNO CHASTONAY offre un approccio originale alla situazione economica mondiale con particolare attenzione agli effetti che si producono sui mercati finanziari.

La guerra russo-ucraina ha aggravato una situazione generale già fortemente compromessa in conseguenza della diffusione pandemica.

Le nuove criticità si sono andate a sommare ad una complessità crescente che già subiva una fase di sensibile rallentamento dell’economia mondiale; inoltre devono essere valutate con estrema attenzione anche le fibrillazioni generate da una instabilità accentuata dei diversi comparti finanziari, che a seguito delle sanzioni imposte alla belligerante Russia, sembrerebbero danneggiare in primis i “carnefici” piuttosto che la loro “vittima”. Il risultato e’ una forte ed inattesa impennata dei costi energetici con impatti disastrosi sui livelli delle produzioni industriali, per l’incapacità’ di poter assorbire tali incrementi senza un loro trasferimento sulla maggiorazione dei prezzi.

Il risultato purtroppo si manifesta attraverso un aumento della disoccupazione e una più che accentuata crescita dei prezzi, che mostra i drammatici effetti della temutissima “stagflazione”.

La situazione già caotica dei mercati finanziari non può quindi che accentuare i suoi elementi di profonda criticità, con i conseguenti rischi crescenti di default bancari che seguiranno l’inevitabile impennata dei crediti non in bonis.

Per altro verso, la flessione che si attenderà del PIL, spingerà l’intero sistema verso un incremento del rischio di default delle Pubbliche Amministrazioni, generando una (prevista) riduzione delle entrate fiscali complessive; e ciò non riuscirà a compensare l’ulteriore incremento del l’indebitamento complessivo, considerato l’enorme livello del debito preesistente.

BUONA LETTURA
Il Direttore
Prof. Francesco Campo

☀☀(N.d.R.: ci scusiamo con il Prof. Luigi Copertino, per averlo erroneamente indicato con la qualifica di Dottore, e non di Professore, nel precedente numero della Rivista)