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Rischi crescenti per il futuro economico delle Nazioni

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Rischi crescenti per il futuro economico delle Nazioni

Dopo l’ampia volatilità registrata sui mercati finanziari  in questi ultimi mesi, le tensioni politiche e sociali, il ritardo di una  ripresa che stenta a decollare, la riduzione dei consumi, le fasi alterne del contrasto alla diffusione del morbo da covid 19, l’inefficacia dell’azione politica in generale, il balzo al rialzo dei prezzi di diverse  materie prime, il rischio crescente di blackout elettrici, è arrivato il momento di porci alcune domande: quali sono i fattori che rappresentano piu’ di altri un vero rischio per la stabilita’ futura delle nostre societa?

La Cina e gli Stati Uniti si dibattono con vecchi problemi quali quelli di un profondo rallentamento della produzione industriale che non trova ancora soluzioni stabili di ripresa, crescenti tensioni geopolitiche tra i grandi schieramenti con coinvolgimento degli apparati militari che, in modo piu’ o meno palese, si dotano di armi sempre piu’ potenti e distruttive, nuovi equilibri negli scenari delle alleanze internazionali tra vecchi e nuovi attori.

L’Europa e’ avvinta da una crisi senza precedenti: continue e persistenti violazioni del patto di Stabilita’ di Maastricht;  problemi strutturali di natura finanziaria, con un sistema bancario eccessivamente indebitato, in ragione dell’occultamento di crediti inesigibili  nel sistema di regolamento Target2; un’economia complessivamente sempre meno efficiente per via di un’eccessiva regolamentazione che la rende “separata” dai mercati realmente “liberi”  ed efficienti.

Inoltre, la fuga iniziale dal Dollaro statunitense verso l’Euro rende oggi ancor piu’ difficile lo sforzo per evitare una crisi sistemica, con possibili estesi fallimenti nel settore bancario, instabilita’ accentuata delle Banche Centrali e rischi di sopravvivenza della moneta unica Euro. Al riguardo, alcune Nazioni si mostrano capaci di poter fare ritorno alla circolazione delle loro vecchie valute in modo credibile, altre probabilmente no. Ostacoli significativi si presentano per i tentativi di sostituire l’Euro  con un Nuova moneta digitale.

La realtà è che la moneta unica ha svolto il ruolo di collante per i Paesi dell’eurozona in assenza di una vera unita’ politica ed economica.

Da qui il ricorso a soluzioni estreme ma poco efficaci, quali la costituzione di un’unita’ bancaria sostanziale, la creazione di un Esercito comune e la formazione di un Fondo debiti comunitario.

Saranno in diversi a frenare i tentativi di riformare l’EU dall’interno, come la Polonia e l’Ungheria ed altre Nazioni piu’ piccole e dipendenti dai sussidi che, in assenza dei quali,  non avranno motivi forti e sostanziali per rimanere all’interno dell’area.

Un pericolo grave e’ rappresentato dalla persistente bolla speculativa sui mercati finanziari e nel settore immobiliare.

Le borse valori sono sovra alimentate dalle misure d’intervento attuate dai Governi e dalle Banche centrali, con gli stimoli fiscali, gli aiuti e gli incentivi vari, l’acquisto di assets ed il taglio dei tassi d’interesse sino ad un valore “negativo” del costo del capitale, un assurdo economico mai verificato nella storia moderna: e’ il risultato di “troppi denari e poca merce”.

Da tale situazione deriva un aumento delle esposizioni (leva finanziaria)  e dei conseguenti rischi di fallimento, una ricerca esasperata di “rendimento” verso mercati emergenti e titoli alternativi ma per questo con alee crescenti di forte instabilita’ e conseguente accentuazione della volatilita’ dei mercati.

In aggiunta  si registrano  livelli  record di nuove emissioni, di operazioni di merger and acquisition e di buybacks di grandi societa’ e banche.

I mercati finanziari al momento attuale sono al loro massimo di aspettative per una ripresa economica post-pandemica, che in realta’ tarda a manifestarsi acutizzando  i rischi di esplosione della bolla speculativa in atto gia’ da tempo.

Si assiste ad un contrasto crescente delle cripto valute e dell’uso del contante, al fine di sostenere la prevista introduzione delle cosiddette valure virtuali, emesse dalle Banche centrali dei principali Paesi, con la conseguenza di controlli crescenti sulle persone finalizzati ad una significativa restrizione della privacy e delle liberta’ individuali.

Nel settore dell’Economia reale le incertezze regnano sovrane: cosa bisogna attendersi, l’inflazione, la deflazione o la stagflazione (aumento dei prezzi e recessione)?

Certamente saranno persistenti le crescenti difficolta’ nel commercio internazionale, per via delle guerre comerciali tra le principali Nazioni con presenza di dazi e restrizioni maggiori anche per l’introduzione di  leggi verso il contenimento della concorrenza tra Paesi.

Le Economie mondiali prendono la via di una “autarchia” generalizzata.

La Germania, una volta locomotiva europea, con ampio surplus, punto di riferimento per la qualità del credito e con un rating tripla A, oggi deve risolvere il dilemma se orientare le proprie aspettative strategiche verso l’area asiatica e nord africana, piuttosto che l’eurozona ed in particolare la rinuncia al sostegno dei Paesi dell’Est europeo.

Il quadro di riferimento e’ in rapido mutamento per via dello stop al Patto di stabilita’ ed il nuovo corso politico interno.

Sara’ questo l’epilogo per le Borse mondiali ?