
Fu un concerto straordinario e unico nella storia della musica, quello del 9 agosto 1942, in una Leningrado assediata dalle truppe di Hitler.
Un avvenimento che, come auspica l’autore di questo romanzo storico, il giornalista e scrittore inglese Bryan Moynahan, non si ripeterà mai più nella storia dell’umanità.
Il romanzo storico Sinfonia di Leningrado, edito da Il Saggiatore, si basa su testimonianze e documenti autentici, quasi un saggio, ma in forma narrativa, che ho tradotto non senza una qualche sofferenza, come naturalmente accade ad un traduttore che:
- deve entrare nel racconto,
- assimilare gli avvenimenti, gli stati d’animo dei personaggi, le atmosfere, per poter rendere al meglio possibile nella propria lingua tutto ciò che l’autore di un testo vuole trasmettere.
Un’opera per comprendere la realtà della Russia, la sofferenza e la generosità di un popolo che, nonostante tutto, non smette di sperare in un futuro migliore.
Senza timore di presumere troppo, direi che il messaggio di Moynahan è straordinario e particolarmente attuale:
- non c’è violenza,
- non c’è aggressione,
- né intimidazione, né sopraffazione, che possano vincere sull’arte, e sulla musica.
A questo proposito vorrei citare uno statement di Shakespeare tratto da Troilo e Cressida: “Non soffocate la verità, non perseguitate l’innocenza, non uccidete l’amore.”
E in questo romanzo si parla proprio di innocenti perseguitati, di soffocamento della verità, di vite umane stroncate dalla guerra, dal freddo e dalla fame, tra le quali molti bambini.
Ma tutto questo non aveva spento la speranza.
Perfino i combattenti di opposte fazioni, russi e tedeschi, non sempre si uccidevano l’un l’altro, ma accadeva spesso che si salvassero la vita e si aiutassero reciprocamente.
Alcuni commoventi diari e lettere, scritti da soldati russi, furono trovati e conservati dai tedeschi, mentre lettere e diari tedeschi furono ritrovati e conservati dai militari russi.
Per non parlare dei tanti episodi in cui si narra come alcune persone si siano sacrificate per salvare la vita di altre, rinunciando al cibo, o lottando sotto le bombe per proteggere la città e i suoi abitanti.
Grande fu in particolare il sacrificio della Seconda Armata d’Assalto sovietica, che nel tentativo di spezzare l’assedio della città di Leningrado, finì in una sacca, ridotta alla fame, e ferocemente bombardata dai nazisti.
Moynahan ha raccontato da vicino la storia di personaggi, alcuni molto noti, come lo scrittore Isaac Babel’ o il regista Vsevolod Mejerchol’d, altri meno noti, che hanno sofferto persecuzioni, torture ed esecuzioni capitali, sotto il regime staliniano; ma anche le storie degli abitanti assediati, che subirono bombardamenti, freddo e fame, a causa dei due “mostri gemelli” come li definisce l’autore del saggio.
Shostakovich, un autore che amo in particolare per il suo Valzer n. 2, iniziò a scrivere la sua Settima Sinfonia nella città già assediata, per poi rifugiarsi a Kujbyšev sul Volga, dove l’opera fu terminata.
L’orchestra richiedeva quasi un centinaio di elementi, reperiti con difficoltà, tra musicisti al fronte, superstiti e perfino tra orchestre jazz, perché gli orchestrali della Filarmonica erano scomparsi, emigrati oppure morti.
Nonostante il freddo e la fame, ognuno suonò al meglio delle possibilità, e fu un successo.
La Sinfonia, con il suo «tema dell’invasione» il crescendo di tamburi rullanti, e il finale, con le sue melodie festose e trionfali, a simboleggiare la speranza nella vittoria, «rappresenta la liberazione non solo dei cittadini di Leningrado, ma di qualunque popolo che tenta di resistere alle iniquità della guerra e dei regimi totalitari.» (1)
Così fu l’orchestra della Radio a tenere il concerto la sera del 9 agosto, mentre il pubblico, indossando i migliori abiti conservati, sui corpi scheletriti, si recava al concerto sfidando l’artiglieria.
Sembrava un miracolo, così come lo era stato il salvataggio e l’arrivo della partitura su un aereo a Leningrado, che riuscì a sfuggire alla contraerea tedesca e lasciò cadere dal cielo la composizione musicale.
Fu un trionfo, la sinfonia era il preludio al riscatto di una città che non si era arresa, e che aveva lanciato un messaggio al mondo: la città è viva, e lo dimostrano l’arte e la musica.
(1) https://www.ilsaggiatore.com/libro/sinfonia-di-leningrado/