HomeAntropologiaLa BIBBIA, una fonte di saggezza in oblio per i cristiani

La BIBBIA, una fonte di saggezza in oblio per i cristiani

Ha affermato il Cristo: “… Non pensiate che io sia venuto per abolire la Legge o i Profeti, … ma per portarli a compimento” ( Mt. 5, 17-20).

E’ quello di cui si incarica il Fondatore del cristianesimo: ricondurre la Legge mosaica alle sue originali intenzioni (appunto, “portarla a compimento”), mediante il comandamento dell’amore.

Ed infatti Egli afferma: “… per la durezza del vostro cuore Mose’ vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu cosi’…” (Mt. 19,8).

La Legge che si propone di educare e’ un elemento “esterno”alla persona che impone, orienta, sanziona, prescrive ma non e’ per se stessa capace di modificare il “cuore” dell’essere umano, al fine di includere l’amore nella vita di ognuno.

I Profeti hanno posto in evidenza la necessita’ di questo “mutamento interiore”, che permette di adempiere la Legge “spontaneamente” (in liberta’) e non solo per il timore della sanzione ( Ger. 31, 31-38; Ez. 36, 24-28).

“… vi daro’ un cuore nuovo, mettero’ dentro di voi uno spirito nuovo, togliero’ da voi il cuore di pietra e vi daro’ un cuore di carne . Porro’ il Mio Spirito dentro di voi e vi faro’ vivere secondo le mie Leggi e vi faro’ osservare e mettere in pratica le mie norme.” (Ez. 36, 26-27).

Il compimento prospettato dal Cristo e’ la possibilita’ interiore di compiere la Legge mosaica in liberta’ ovvero “spontaneamente”. Ma non di  esserne esentati!!!

D’altra parte, lo stesso Mose’ ha ammonito il popolo quando affermo’: “… eppure il Signore non vi diede sino ad oggi mente da comprendere, occhi da vedere, orecchi da udire,…”(Dt. 29,3) … (ma)…”il Signore fara’ ritorno a te e ti trattera’ benignamente… (dopo travagliate prove) …”(Dt. 30,3)…”…e circoncidera’ il tuo cuore , ed il cuore della tua progenie, in guisa che (tu) ami il Signore…, locche’ sara’ cagione della tua vita” (Dt. 30,6).

Dunque, dalle precedenti parole di saggezza antica emerge il concetto di “liberta’” che il mondo cristiano (e non solo) non ha Saputo corettamente interpretare: “liberta’ di amare” vuol significare praticare “spontaneamente” (liberamente) il disposto (la Legge), non certo esserne esenti.

Al riguardo, uno dei “comandamenti” mosaici tenuto maggiormente in oblio afferma la sacralita’ dello Shabbat:  il riposo nel giorno settimo, il Sabato.

Non v’e’ esenzione per i cristiani come lo stesso Cristo affermo’ a proposito della Legge e dei Profeti.

Recita il quarto comandamento: “Ricordati del giorno di Sabbato, per santificarlo. Sei giorni lavorerai … ma il giorno settimo e’ Sabbato, ad onore del Signore tuo DIO: non farai alcun lavoro … il Signore benedisse il giorno di Sabbato e lo dichiaro’ Santo”. (Es. 20,8).

E’ una norma che richiama ai concetti di “Sacro e Profano”, al mondo delle contingenze materiali che si oppone alla dimensione santa della preghiera, della meditazione sulle “cose di DIO”, della riflessione, della rinuncia ad azioni che trasgrediscono la Legge.

Ed in verita’, le occupazioni quotidiane vessano gli uomini con le loro incessanti ed a volte irrisolvibili difficolta’, al prezzo di mancare dei mezzi per la necessaria sussistenza; ed allora, la “tentazione” si fa invincibile e si afferma la trasgressione alla Legge, sebbene quest’ultima sia ben iscritta nel cuore di ogni individuo;  come se l’azione contraria al dettato morale (il comandamento) fosse inevitabile, la scelta sembra essere quella di  sopravvivere o abdicare con tutte le indesiderabili conseguenze.

E’ pero’ vero che la nostra e’, per cosi’ dire, un’ipotesi “limite”: gli uomini trasgrediscono le piu’ elementari regole di buona condotta per molto meno ovvero per il “piacere” di prevalere sul debole, o per avidita’ di possessi o per lussuria ed altro ancora.

La societa’ odierna vive sostanzialmente nell’oblio di ogni forma di eticita’ e moralita’, rincorrendo il principio della “liberta’” secondo il quale tutto e’ consentito se rientrante nella sfera del proprio interesse o del piacere personale.

Ma la liberta’ di ciascun individuo “… finisce dove inizia quella dell’altro…”.

Secondo  il noto insegnamento : “… ama il prossimo tuo come te stesso…”( e) “ … non fare agli altri cio’ che non vuoi venga fatto a te stesso” (il Cristo, Vangeli).

Ed ancora: “… il forestiero dimorante con voi dev’essere per voi uguale all’indigeno, ed amerai per lui quello che ami per te…”(Lev. 19,34).

Allora, a ben vedere, la Legge mosaica e l’insegnamento del Cristo presentano formidabili “punti di convergenza”.

Ed infatti, a proposito della distinzione tra il Sacro ed il Profano, si afferma : “…preoccupatevi di costruirvi una casa in Cielo e tutto il resto vi sara’ dato in sovrappiu’… ”(il Cristo, Vangeli).

Il comandamento del Sabbato nella tradizione mosaica vuole richiamare l’attenzione sulla distinzione tra la “luce” e le “tenebre”, il peccato (la trasgressione) e l’essere santi ( “… e lo dichiaro’ Santo.”, il Sabbato), tra le cose profane del mondo e la sacralita’ dell’amore in famiglia, sulla preziosita’ della preghiera nel “… segreto del proprio cuore…” (il Cristo, Vangeli).

L’astensione “imposta” dallo svolgere qualsiasi attivita’ lavorativa vuole appunto “separare” nettamente la quotidianita’ nel mondo dalla dimensione quasi trascendentale di un giorno di “raccoglimento” in famiglia.

I saggi di ogni tempo hanno da sempre insegnato che per ogni uomo, anche i piu’ elevati sulla via della santita’, l’esenzione da ogni peccato e’ impossibile: “…Certo, nessuno potra’ mai redimersi, nessuno potra’ mai dare a DIO il prezzo del suo riscatto- troppo caro sarebbe il prezzo dell’anima sua, egli dovra’ cedere per sempre-,…” (Salmo 49 di Davide). Ed ancora: “… Davanti a Te porta ogni mortale il peso delle sue colpe. Piu’ grandi di noi sono i nostri misfatti, ma Tu ci dai il Tuo perdono…” (Salmo 65 di Davide).

Dunque  bisogna impegnarsi a separare il Sacro dal Profano, l’arbitrio dalla Legge, la Luce dalle Tenebre, la preghiera dalla blasfemia, la rincorsa del mondano dalla sacralita’  della riflessione ponderata  sino alla meditazione sulle “cose di DIO”.

L’uomo moderno puo’ scampare dal Giudizio finale solo mediante il pentimento ed  il ritorno alla “Casa del Padre”: “… io non sono venuto per condannare… ma verra’ il giorno che tornero’ con squilli di tromba  per giudicare i vivi ed i morti…” (il Cristo, Vangeli).

Quel giorno e’ arrivato.

“… chi ha orecchie per intendere intenda…”.

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