Il periodo storico che stiamo vivendo sarà certamente ricordato dai posteri non solo come il tempo del Covid, della grande pandemia, ma anche il tempo della crisi a tutto tondo: umana, economica e sociale.
La precarietà e l’incertezza di questi tempi vedono coinvolte in primis la classe generazionale dominante, intrappolata ancora nel procinto del pensionamento, tra incertezze di quota 100 e ora quota 102, annullamenti delle disposizioni vigenti in materia di lavoro, e di conseguenza anche le giovani generazioni, sospese tra un “limbo” di ingresso al mondo lavorativo ed esigenze di realizzazione e stabilizzazione del precariato.
Molte ragazze e ragazzi in questo periodo direttamente ed indirettamente, non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo, hanno esternato il clima di disagio sociale imperante , ad esempio sul tema dell’emergenza sanitaria.
La gestione della situazione Covid e le continue dinamiche relative al green pass e ai divieti di manifestazione hanno certamente acuito la già difficile e calda situazione di dialogo anche con alcune frange sociali come il gruppo NO VAX ad esempio.
Sono presenti ed assai tangibili forti tensioni sociali nel Paese, che hanno preso piede anche nell’occasione delle recenti elezioni amministrative e regionali in diversi comuni italiani.
Al mondo associativo ed in particolare agli enti del terzo settore, troppo spesso dimenticati, corre l’obbligo morale, sociale e giuridico di farsi portavoce delle istanze del momento, specie quelle più sentite come cogenti ed improcrastinabili dalla società odierna.
Sono sotto gli occhi di tutti le continue emigrazioni giovanili, specie lavorative, di quelle ragazze e quei ragazzi che lasciano la propria terra in cerca di una realizzazione professionale lontano dal paese di residenza: America, Europa, Asia oppure nord Italia.
Non si arresta quella triste dinamica che vede famiglie, affetti, generazioni dividersi nell’inevitabile trade off : ubicazione lavorativa o continuità della unione familiare?
Sono tempi ardui soprattutto per le giovani generazioni che faticano a trovare “figure guida” nella società. Cio’ si mostra fondamentale oggi più che mai
Fondamentale in questo contesto è anche l’apporto e la capacita’ d’incidere della Chiesa, dalla quale, come autorità morale e sociale, ci si aspetta una sempre maggiore lotta per l’affermazione dell’uguaglianza dei diritti e della pari dignità delle persone, soprattutto dei più svantaggiati!
E’ fondamentale che i grandi temi come l’immigrazione vengano affrontati in modo costruttivo e che lascino, soprattutto, risultati tangibili e di lunga durata.
Si sente molto parlare delle problematiche lavorative, ma scarseggiano i risultati nell’interlocuzione sindacale dove troppo spesso vengono trattati e ripetuti i già noti problemi insoluti di matrice ultratrentennale. Ai sindacati domandiamo di farsi sentire con maggior vigore e fare la propria parte in modo sempre più convinto!
Occorre come in passato pensare e proporre alla politica centrale una nuova legge che miri alla piena occupazione seppur con le dovute modifiche e necessità dei tempi correnti .
Le giovani generazioni appaiono sempre più frastornate dai messaggi social che impongono modelli di successo che contrastano con realtà locali sempre più arretrare dai punti vista economico e sociale nonche’ dello sviluppo turistico-territoriale e dei collegamenti. Gli adolescenti vivono oggi una super velocità di contatti social di tipo virtuale con la indesiderabile conseguenza che si stanno sempre più emarginando nell’”io della coscienza”: c’è il rischio che in futuro lo spirito critico verso ciò che accade sparisca completamente, per lasciare spazio ad una perenne rassegnazione od ancora peggio ad uno stravolgimento dei valori e principi comuni; ricordiamo in proposito quanto evidenziato nel Romanzo 1984 di George Orwell.
E’ oramai improcrastinabile attuare un reinserimento sociale e lavorativo delle fasce sociali più deboli, fiaccate dalla crisi economico-sociale del 2007, ed oggi dall’emergenza sanitaria pandemica e dalla conseguente crisi e dall’arresto del processo economico che cerca lentamente di ripartire.
A proposito di collegamenti tra regioni e comuni italiani del Sud: nei primi anni 2000 era possibile viaggiare in treno diretto dalla Calabria ionica fino al nord del Paese mentre ora è solo un triste ricordo, legato ad un passato lontano.
Ogni istituzione dovrà fare la propria parte altrimenti non saremo capaci di invertire questo ciclo di decrescita economica e di lacerazione sociale oramai in atto da termpo, ahinoi, con la manifestazione di una società sempre più povera!
I cittadini si mostrano sfiduciati verso le istituzioni ed i palazzi della politica, per uno sviluppo vanamente atteso e ad oggi solo agognato.
Ebbene oggi si riscontra un generale atteggiamento, specialmente nei giovanissimi, di cieca rassegnazione verso ciò che accade, mista ad un distacco quasi uno “straniamento” di manzoniana memoria; dispiace e colpisce profondamente constatare che spesso l’approccio superficial-goliardico si estende indistintamente sui molti senza diversificare sentimenti, sensibilità e garbo in base ai cointesti di riferimento. La sfiducia porta sempre più ad una vera e propria crisi di valori che dovrebbero,invece, rappresentare il legame spirituale di continuità tra vecchie e nuove generazioni.
Se mancano quindi irruenza ed entusiasmo giovanili che, nella storia hanno sempre sdoganato il senso della misura e talvolta l’inerzia delle vecchie generazioni riluttanti al passaggio del testimone generazionale, come potranno oggi i giovanissimi incidere nella società, nelle scelte pubbliche o dire la loro con un peso specifico?
Saranno quindi costretti a subire come degli spettatori, i cd. “forestieri della vita” di Pirandello, le dinamiche sociali determinate o imposte da altri?
Forse è in atto un’ eccessiva ed inarrestabile “full immersion” nel mondo dei social, che spinge oggi i giovanissimi, i “ millennials”, ad essere scollati dalla realtà vera, non rappresentata dai selfie e dalle foto ritoccate per attirare like ma dal vivere quotidiano, dai problemi veri e dalle complessità che stiamo vivendo tutti .
Per far risorgere il nostro Paese e lo spirito critico e di partecipazione di tutta la società urge, in buona sostanza, una forte e convinta presenza di figure guida di alta caratura che insieme risveglino le coscienze sopite ed attuino definitivamente la rinascita territoriale e generazionale a tutti i livelli: è un dovere di ognuno di noi occuparsi della res publica e dei suoi problemi;
lo dobbiamo tutti alla nostra comunità e al nostro Paese!